Mercoledì il nonno se n’è andato.
Il dolore è ancora troppo vivo e fatico a scrivere anche queste
poche righe. È un fuoco che brucia. Più volte al giorno il cuore batte forte e
mi pervade un senso di vuoto ed incredulità, di notte mi sveglio all'improvviso
e penso a lui, ripercorro ogni istante dei suoi ultimi giorni, le ultime
parole, sussurrate nel letto dell’ospedale: «Voglio andare giù». «Non posso,
nonno», gli ho risposto, «devi stare tranquillo, ti rimetterai e appena si può
ti aiuto a scendere.» L’ho salutato, rubando minuti all'orario delle visite: «… ci
vediamo domani». Quante volte l’ho salutato così. Ma quel domani se n’è andato
prima del mio arrivo. E chi se l’aspettava?
Ha lasciato la vita nel pieno della sua dignità, come è
sempre stato: un piccolo, grande uomo.
Ho pianto così tanto e così a lungo che non mi nascondo
neanche più.
Ho svelato il segreto di queste pagine ad un'unica persona,
lasciando a loro il compito di trasmettere alcuni dei miei ricordi. Quindi ora siamo in due a
poter associare un volto e un nome alle parole.
Venerdì il funerale. Al mattino sono andato a correre, per
scaricare la tensione che avevo dentro, e mi sono ritrovato a piangere
correndo. Contrariamente ad ogni previsione era una giornata bellissima - una
finestra di cielo limpido, aria pulita e piacevole temperatura - incastrata tra
molti giorni di incertezza autunnale.
Come piace a lui: calore e luce.
Sembrava un regalo, la sua decisa volontà. L’ho sentito, che mi diceva di non piangere, che a pensare a lui dovevo solo essere
felice. Perché ha sempre chiesto solo sorrisi.
Nonostante la sofferenza, la cerimonia è stata una delicata
infusione di vita, conclusa con la forza melodiosa della tromba, il suo
strumento.
Fatico ad immaginare il paradiso, ma sono certo che, se
esiste, l’anima del nonno è lì.
Quaggiù ci sono tracce dappertutto: percepisco parte di lui in
me e intorno a me, per genetica - nelle sembianze e nei modi di fare di mia
madre e delle mie zie, delle mie sorelle, delle mie figlie, dei miei cugini - e nelle tante
persone che in questi giorni, pensando a lui, hanno lasciato affiorare un
sorriso o si sono ritrovati inconsapevolmente a canticchiare canzoni di un
tempo e brevi melodie.
La nonna, unica custode del suo amore assoluto e dei suoi
pensieri più intimi, c’è. Una roccia rigata dagli eventi ma rafforzata dal
tempo. Io sono con lei.
Una sola cosa avrei voluto dirgli ancora: «Grazie, per
essere stato il mio nonno.»
Ciao nonno.